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Trekking di Primavera

- Edizione 2003 -

Gravina di Montecamplo

domenica 6 Aprile 2003
a cura di Enza Montenegro

Partecipanti:
G. Campanella, E. Montenegro, D. Lovece, A. e K. Scattone


La scheda

La Partenza Tra Laterza e Castellaneta sorge Montecamplo, la più alta collina della zona che nel suo punto culminante, detto Monte S. Trinità, raggiunge 411 m di altezza. Offre al visitatore uno spettacolo affascinante e suggestivo con il suo splendido panorama che giunge fino ad abbracciare il mare e le colline vicine.

Montecamplo si distingue per la sua florida vegetazione tanto che, per la sua ricchezza di flora medicinale, in età napoleonica era chiamato Monte d'Oro. La collina è completamente rivestita di boschi di pini e querce che ricoprono anche le pareti a strapiombo delle sei gravine che si aprono sui suoi fianchi, profonde dai 50 ai 100 metri.

Partendo da nord, la prima è la gravina di Montecamplo propriamente detta, con il suo ramo occidentale che prende il nome di gravina del Lauro.
Più a sud, disposte parallelamente, sono la gravina di Pentimelle (da pentima, che significa rupe), la gravina di S. Nicola (dalla cripta di S. Nicola di Lizzano, ricordata da documenti medievali), la gravina della Vernata e, infine, la gravina di Giacoja, che termina nei pressi dell'omonima masseria.
Lo Jazzo - L'esterno Tutta l'area, per un totale di 2380 Ha, fa parte di un'Oasi di protezione naturalistica istituita nel 1987.

Non è soltanto il paesaggio a rendere suggestiva la collina di Montecamplo, ma è anche il fascino delle numerose testimonianze storiche che essa conserva. Il luogo, infatti, ha visto una continuità di frequentazione umana attestata fin dal Paleolitico.

Tra gli insediamenti archeologici più interessanti ricordiamo quello apulo-peuceta di Monte S. Trinità (VI-V sec. a.C.) in cima alla collina, e la necropoli del V-III sec. a.C. in localita Cappella, nel territorio di Laterza.
Nel Medioevo la presenza dell'uomo è attestata da alcuni documenti, che parlano di un casale e di una chiesa intitolata S. Maria di Montecamplo, da resti di abitazioni e da alcune cripte, tra cui quella in contrada Ovile Vecchio.

Tra Laterza e Castellaneta sorge Montecamplo, la più alta collina della zona che nel suo punto culminante, detto Monte S. Trinità, raggiunge 411 m di altezza. Offre al visitatore uno spettacolo affascinante e suggestivo con il suo splendido panorama che giunge fino ad abbracciare il mare e le colline vicine.

Montecamplo si distingue per la sua florida vegetazione tanto che, per la sua ricchezza di flora medicinale, in età napoleonica era chiamato Monte d'Oro. La collina è completamente rivestita di boschi di pini e querce che ricoprono anche le pareti a strapiombo delle sei gravine che si aprono sui suoi fianchi, profonde dai 5O ai 1OO metri.

Lo Jazzo - L'interno Partendo da nord, la prima è la gravina di Montecamplo propriamente detta, con il suo ramo occidentale che prende il nome di gravina del Lauro. Più a sud, disposte parallelamente, sono la gravina di Pentimelle (da pentima, che significa rupe), la gravina di S. Nicola (dalla cripta di S. Nicola di Lizzano, ricordata da documenti medievali), la gravina della Vernata e, infine, la gravina di Giacoja, che termina nei pressi dell'omonima masseria.
Tutta l'area, per un totale di 238O Ha, fa parte di un'Oasi di protezione naturalistica istituita nel 1987.

Non è soltanto il paesaggio a rendere suggestiva la collina di Montecamplo, ma è anche il fascino delle numerose testimonianze storiche che essa conserva. Il luogo, infatti, ha visto una continuità di frequentazione umana attestata fin dal Paleolitico. Tra gli insediamenti archeologici più interessanti ricordiamo quello apulo-peuceta di Monte S. Trinità (VI-V sec. a.C.) in cima alla collina, e la necropoli del V-III sec. a.C. in localita Cappella, nel territorio di Laterza.

Nel Medioevo la presenza dell'uomo è attestata da alcuni documenti, che parlano di un casale e di una chiesa intitolata S. Maria di Montecamplo, da resti di abitazioni e da alcune cripte, tra cui quella in contrada Ovile Vecchio.

Località di partenza:
Al margine del bosco, sulla strada che collega il Ponte dello Spineto alla S.S.7.

Località di arrivo: In prossimità di Masseria Maldarizzi.

Tempo di percorrenza:
Due ore.

Vie di accesso:
Dalla S.S.7 Laterza-Castellaneta, prendendo la deviazione per Montecamplo, laddove vi è anche un grande pannello publicitario che indica il ristorante Casone. Seguendo questa stretta strada asfaltata si incontra dopo circa 6 km. un incrocio.
Proseguire diritto, sulla strada che scende intagliata all'altezza dell'incrocio del Ponte dello Spineto, svoltare sulla sinistra e proseguire sino a che le case coloniche sulla destra non lasciano il passo al bosco.

Descrizione:
La gravina di Montecamplo è una incisione carsica lungha circa 4 km, che nasce a circa 500 m. da Masseria Maldarizzi e finisce a sud in prossimità del Ponte dello Spineto. Nel versante occidentale sono presenti due rami laterali che prendono il nome di gravina del Lauro e gravina di Pischinella.Tra tutte le gravine della zona, quella di Montecamplo, si distingue per la copertura vegetale e la pace dei suoi sentieri poco frequentati.
L'itinerario proposto permette la visita della porzione settentrionale della grande incisione. Lasciata l'auto in prossimità di una stradella bianca in salita, a destra della strada, si torna indietro per circa 50 m. sino ad incrociare un sentiero che dal lato destro verso ovest, ci troveremo sul ciglio della gravina. Di qui a causa dell'assenza di buoni sentieri si seguiranno le piste presenti lungo il ciglio della gravina.
Nell'attraversare la pineta, che presenta alberi alti sino a 10-15 m., si potrà notare l'incredibile sviluppo del sottobosco nel quale si riconoscono il mirto, il pungitopo, il lentisco, l'edera e la smilace. Sul ciglio della gravina non mancheremo inoltre di incontrare il cappero ed il timo.


I testi sono tratti dal sito del comune di Castellaneta: www.comune.castellaneta.ta.it
Le foto sono di D. Lovece